Tumore seno – importanza di autopalpazione, prevenzione e diagnosi precoce
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Il tumore al seno è la neoplasia più diffusa tra le donne italiane e può insorgere a tutte le età, anche se è molto più frequente oltre i 40 anni. Gli avanzamenti della medicina, la diagnosi precoce e le campagne di screening hanno migliorato sensibilmente il decorso della malattia, tanto da ridurne il tasso di mortalità. La prevenzione inizia dalla donna stessa, che ha un ruolo fondamentale sia attraverso l’autopalpazione sia tramite il controllo periodico con specialisti sia in relazione allo stile di vita adottato.
TUMORE SENO E AUTOPALPAZIONE A partire dai 20 anni, ogni donna dovrebbe effettuare l’osservazione e l’autopalpazione del seno almeno una volta al mese dopo il ciclo mestruale. E’ preferibile farla sempre nello stesso periodo, stando in piedi oppure sdraiati, guardandosi allo specchio mentre si scorre la mammella con movimenti circolari, applicando una leggera pressione su tutta la superficie e anche sul cavo ascellare. Occorre prestare attenzione a diversi elementi: cambiamenti nella forma del seno, presenza di noduli, affossamento del capezzolo, aspetto mutato della pelle (effetto buccia d’arancia), perdite di liquido o di sangue dal capezzolo. I noduli sono paragonabili a una “pallina” densa, che può essere fissa o mobile. Il dolore invece di per sé non è un segnale negativo. In caso di dubbi è opportuno rivolgersi al proprio medico curante e valutare insieme a lui se rivolgersi a uno specialista, tenendo presente che l’autopalpazione non è sufficiente per una diagnosi precoce e che è opportuno affiancarla a visita senologica ed esami strumentali.
TUMORE SENO E CONTROLLI La visita senologica è raccomandata con cadenza annuale soprattutto dopo i 40 anni. La visita consiste in anamnesi, osservazione e palpazione, così da valutare se sono necessari ulteriori accertamenti. La mammografia è consigliata alle donne over 40 e ogni due anni a quelle over 50, mentre è sconsigliata in precedenza perché la mammella risulta troppo densa e questo inficia la diagnosi. Per le donne tra i 20 e i 40 anni è consigliata un’ecografia mammaria in caso di dubbio diagnostico o di familiarità con la neoplasia, dal momento che l’ecografia consente d’individuare la presenza di un nodulo in assenza di radiazioni e sfruttando gli ultrasuoni. Qualora lo specialista lo ritenga necessario, si può ricorrere ad agoaspirato con conseguente biopsia, senza dimenticare che negli ultimi anni si stanno diffondendo due nuove modalità diagnostiche: il lavaggio dei dotti galattofori e l’halo breast test, esami poco o per nulla invasivi che consentono di prelevare materiale cellulare e di identificare forme pretumorali, permettendo una diagnosi ancora più precoce del tumore al seno. La tempestività della diagnosi è fondamentale per una prognosi positiva.
TUMORE SENO E STILE DI VITA L’insorgenza del tumore al seno è legata a fattori di rischio sia modificabili sia immodificabili. Rientrano nel primo ambito la dieta, che deve essere ricca di frutta e verdura, povera di grassi animali, non eccedere con le calorie, il fumo, l’alcol, la sedentarietà, l’esposizione eccessiva al sole. Tra gli aspetti non mutabili rientrano età, periodo fertile breve, gravidanza in giovane età, l’allattamento prolungato oltre l’anno; questi ultimi tre elementi hanno un effetto protettivo sul seno. Il 5-7% delle neoplasie alla mammella è legato alla presenza della mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, che è bene prendere in considerazione nel caso in cui in famiglia madre o una sorella si siano ammalate in giovane età. La presenza della mutazione aumenta il rischio, non indica certezza della malattia, e si può rilevare attraverso test genetico.