Attività fisica e fattori di rischio
le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere medico
L’attività fisica fa bene alla salute. Che muoversi sia un toccasana può sembrare un’ovvietà, perché il corpo umano è fatto per il movimento e la scienza ha dimostrato che ne beneficia a ogni età, ma le statistiche relative allo stile di vita delle persone che vivono nei paesi sviluppati e in Italia in particolare, indicano che una vasta parte della popolazione è sedentaria, con un consistente aumento del rischio di patologie che sono legate alla mancanza di esercizio. L’Istat precisa che nel 2015 il 39.9% della popolazione dai 3 anni in su non praticava sport né faceva attività fisica nel tempo libero, nella fattispecie il 44.3% delle donne e il 35.1% degli uomini, in lieve miglioramento soprattutto per quanto riguarda le prime (Rapporto Istat 2016). Il dato è inversamente proporzionale al livello d’istruzione e alla condizione economica, riguarda anche i bambini e si ritrova spesso associato ad altri fattori di rischio come fumo, alcol, dieta sregolata.
L’assenza di attività fisica si associa a un vasto numero di malattie, tra cui diabete di tipo 2, patologie cardiovascolari e tumori, il cui rischio potrebbe essere abbattuto con abitudini semplici e poco faticose quali camminare, ballare, andare in bici, correre, fare lavori domestici, con preferenza per un lavoro di tipo aerobico (in presenza di ossigeno).
GLI EFFETTI SULLA SALUTE Un impegno costante apporta notevoli benefici per la salute:
- Migliora la tolleranza al glucosio e diminuisce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2;
- Previene ipercolesterolemia e ipertensione;
- Diminuisce il rischio di patologie cardiovascolari e tumori, riducendo conseguentemente il pericolo di morte prematura;
- Aumenta il benessere psicofisico, contrastando ansia, stress e depressione;
- Si associa alla prevenzione di comportamenti a rischio, soprattutto nei giovani (chi è attivo è meno esposto a fumo, alcol, dieta irregolare);
- Ha un effetto positivo sull’apparato muscolo-scheletrico e sul metabolismo;
ESERCIZIO IN FUNZIONE DEGLI ANNI
A seconda dell’età, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un diverso tipo di attività fisica per contrastare i diversi fattori di rischio (Epicentro):
- 5-17 anni, almeno 60 minuti al giorno di attività moderata-vigorosa; 3 volte alla settimana esercizi per la forza (anche attraverso lo sport); in questa fascia l’attività fisica aiuta l’apprendimento, stimola socializzazione, abitua alla gestione degli impegni.
- 18-64 anni, almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata oppure 75 di vigorosa, in alternativa una combinazione delle due modalità, includendo il rafforzamento della muscolatura almeno 2 volte alla settimana.
- 65-oltre, le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l’aggiunta di esercizi orientati a prevenire le cadute; nel caso in cui la condizione di salute impedisca una regolare attività fisica, occorre modularla per adattarla al proprio stato, adeguando al contempo lo stile di vita. Un anziano attivo invecchia meglio, aumenta la resistenza del corpo, ottiene un beneficio psico-intellettuale e rallenta l’involuzione dell’apparato muscolo-scheletrico.
Il consiglio del medico curante o di uno specialista è fondamentale per prendere in esame la propria situazione e calibrare lo sforzo affinché non diventi eccessivo. Anche durante l’esercizio occorre prestare attenzione a segnali quali difficoltà respiratorie, dolore al torace, palpitazioni, nausea, svenimento, dolori muscolari, offuscamento della vista, vertigini, stanchezza eccessiva, in presenza dei quali è opportuno fermarsi e ricorrere a un consulto medico.