Oncologia – Tumore alla prostata
le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere medico
I tumore alla prostata colpisce una ghiandola presente nell’uomo e deputata a produrre e immagazzinare il liquido seminale maschile. Questa neoplasia rappresenta in media il 15% dei tumori diagnosticati agli uomini nei Paesi occidentali, si manifesta nella maggior parte dei casi oltre i 45 anni d’età e si caratterizza per la formazione incontrollata e anomala di tessuto all’interno della prostata. L’incidenza è in costante aumento, si stima che la patologia colpisca il 6,25% degli uomini italiani, la mortalità in costante riduzione grazie alla diagnosi precoce resa possibile dalle campagne di screening con misurazione del PSA (antigene prostatico specifico) e visita urologica, tanto che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è superiore all’88%. Le cause che provocano l’insorgenza di questo cancro sono sconosciute, i fattori di rischio sono alimentazione, obesità, sedentarietà, esposizione a sostanze chimiche (quali cadmio, certi fertilizzanti e coloranti), alti livelli di ormoni androgeni nel sangue (ad esempio il testosterone), mutazioni genetiche, familiarità (se un parente stretto, quale padre, fratello o zio, ha sviluppato la neoplasia, ci sono maggiori rischi, ma non la certezza di ammalarsi), fenotipo (è più diffuso fra la popolazione afroamericana che fra i bianchi, ancora di meno tra gli asiatici). Gli studi hanno rilevato inoltre una relazione tra tumore alla prostata e infiammazione cronica o ricorrente della ghiandola. Per quanto riguarda la dieta è importante evitare l’assunzione eccessiva di grassi saturi (fritture, insaccati), carne rossa, latticini, mentre sono raccomandate frutta e verdura; abitudini alimentari corrette, attività fisica regolare, riduzione dell’alcol assunto ed eliminazione del fumo sono le azioni da attuare per la prevenzione primaria.
SINTOMI E DIAGNOSI. Il tumore alla prostata è asintomatico nelle fasi iniziali, successivamente può manifestarsi con disturbi della minzione, dolore nella medesima, tracce ematiche nell’urina o nello sperma, associati anche ad altre patologie o a dolori ossei. Il bisogno di urinare di frequente, la sensazione di mancato svuotamento della vescica sono altri segnali che necessitato di un approfondimento specialistico, ma che possono essere associati anche a disturbi di natura benigna (ipertrofia prostatica). La diagnosi avviene con visita urologica – ed esplorazione rettale – controllo dei livelli di PSA attraverso prelievo del sangue, biopsia della prostata eco-guidata, risonanza magnetica. E’ consigliato il controllo regolare del PSA a partire dai 45 anni d’età.
TRATTAMENTO Nel caso di tumori alla prostata a basso rischio può essere sufficiente il monitoraggio nel tempo (sorveglianza attiva) senza intervento chirurgico, che resta comunque la soluzione più efficace (prostatectomia) e può essere associata ad altre terapie (radioterapia, ormonoterapia). La prostatectomia radicale si esegue con tecnica “nervesparing” per preservare la funzionalità dell’apparato genitale maschile, anche se le complicanze post-operatorie restano frequenti e tra queste rientrano incontinenza e disfunzione erettile. L’ormonoterapia e la chemioterapia sono impiegate nella fase avanzata della malattia, la seconda quando il tumore è resistente alla prima o se sono presenti metastasi. Nuovi farmaci chemioterapici e nuovi farmaci ormonali sono attualmente disponibili per il trattamento della fase metastatica.