Tumore al colonretto
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Il tumore al colonretto è la terza neoplasia per incidenza e mortalità negli uomini e nelle donne. La patologia è piuttosto rara prima dei 40 anni, via via più frequente a partire dai 60, in Italia colpisce in media 40.000 donne e 70.000 uomini ogni anno. Il maggior numero di cancri al colon-retto si origina dalla trasformazione in senso maligno di un tipo particolare di polipi (escrescenze della mucosa intestinale), i polipi adenomatosi, considerati lesioni precancerose. I fattori di rischio per questo tipo di tumore sono di ordine nutrizionale (alto contenuto di calorie, ragione per cui si consiglia una dieta con poca carne e ricca di fibre), genetico, anagrafico; rappresentano un fattore di rischio anche le malattie infiammatorie croniche intestinali (ad esempio rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn).
SINTOMI E DIAGNOSI La patologia è in molti casi asintomatica e i sintomi, quando presenti, sono sovrapponibili a quelli di altre patologie dell’addome o dell’intestino: inappetenza, stanchezza, perdita di peso, dolore addominale, anemia, stitichezza o diarrea. La diagnosi precoce è fondamentale per una prognosi favorevole e si realizza con campagne di screening sulla popolazione a rischio ed esami specifici l’esplorazione rettale (consente di individuare il 70% dei tumori) e la colonscopia (che consente di effettuare la biopsia contestualmente all’esame ed è considerato primo test per la diagnosi precoce nei soggetti con fattori di rischio). Lo screening si effettua con la ricerca del sangue occulto nelle feci.
TRATTAMENTO Il trattamento prevede l’intervento chirurgico, che è decisivo per curare la neoplasia localizzata. Negli anni si è diffuso un approccio chirurgico laparoscopico che consente una rapida ripresa del paziente. La chemioterapia (anche su tumori non operabili) viene impiegata dopo l’intervento a scopo preventivo o nella fase avanzata di malattia, in associazione anche a farmaci biologici.