Osteoporosi e vitamina D

Osteoporosi e vitamina D

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L’osteoporosi è una malattia del metabolismo osseo che è molto diffusa nella popolazione adulta e anziana, soprattutto femminile, tanto che in Italia si stima che ne sia colpito il 25% delle donne over 40 e il 17% degli uomini over 60, un’incidenza destinata ad aumentare con l’allungamento della vita e che rende prevedibile un incremento delle fatture da fragilità. Per questo è importante la prevenzione primaria ed è altrettanto significativo mantenere livelli adeguati di vitamina D e calcio nei soggetti affetti da questa patologia, che ne scontano una carenza – ad esempio nelle donne è legata al sopraggiungere della menopausa e alla diminuzione negli estrogeni prodotti dall’organismo – la quale deve essere colmata ricorrendo a una supplementazione di queste sostanze.

OSTEOPOROSI E VITAMINA D. La vitamina D è l’unica che il corpo umano è in grado di sintetizzare autonomamente, ma quando si presenta a un livello inferiore rispetto a quello considerato ottimale – pari a 20 ng/ml, che si possono misurare tramite dosaggio sierico durante dei normali esami del sangue – è importante intervenire sia attraverso la dieta sia adottando buone abitudini sia mediante farmaci. La maggior parte della vitamina D è sintetizzata nella cute a partire dall’esposizione quotidiana alla luce solare e in particolare ai raggi UVB: stando un’ora all’aperto si raggiunge il fabbisogno quotidiano e nel corso dei mesi estivi il tessuto adiposo è in grado di immagazzinare scorte in vista della stagione invernale. Qualora il soggetto colpito da osteoporosi non sia in grado di colmare in questo modo la lacuna, allora è possibile assumerne attraverso alcuni alimenti, tra cui i pesci grassi (aringa, sgombro, salmone, sardina) oppure ricorrere a farmaci che la contengono in forma sintetica. In nessun caso la supplementazione sostituisce il trattamento farmacologico dell’osteoporosi ed è bene precisare che non tutte le persone ne hanno bisogno, ma solo quanti sono affetti dalla patologia poiché i soggetti sani non ne traggono beneficio e semmai dovrebbero intervenire a livello di dieta e attività fisica.

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